Luca e i giornalisti erano divisi da un tavolo ricoperto di microfoni. Dominici aveva passato giornate infernali a leggere le righe di vite passate. Si era reso conto che la narrazione della sua esistenza era più noiosa di uno di quegli sceneggiati televisivi che vanno in onda subito dopo pranzo. Continua a leggere
Fette biscottate – 8. Il potere della metacognizione performativa
Rinnovato nello spirito, ma fastidiosamente puzzolente nel corpo, Luca fece ritorno al mondo come lo conosciamo. Prima di lasciare Camelot, gli avevano fatto giurare sul suo onore di cavaliere di non rivelare la presenza di quel luogo a nessuno e per nessun motivo. Continua a leggere
Fette biscottate – 7. Le nove pagine più una
Luca venne preso sotto l’ala protettiva di quel vagabondo. Pensava si trattasse di un fisico, un genio visionario che il mondo ancora non aveva compreso. Scoprì solo in un secondo momento che di scientifico, in quell’uomo, c’era ben poco. Il motivo per cui si era ritrovato a Camelot era molto diverso. Continua a leggere
Fette biscottate – 6. L’abisso
Come un corpo unico, i senzatetto misero da parte le loro attività e si voltarono per osservare l’ospite inatteso.
«Quando ti ho detto che se qualcosa non è mai caduto a terra, non bisogna scegliere il verso giusto su cui spalmare la marmellata, io non stavo parlando di fisica. Cosa pensavi, che le fette biscottate potessero rimanere sospese in aria?» Continua a leggere
Fette biscottate – 5. Benvenuto a Camelot
Era inevitabile. Tornato a casa, Luca l’aveva trovata vuota. Sul tavolo della cucina c’era una lettera: “Io e Simone andiamo a stare per un po’ di tempo alla Molinella. Ti risparmio la pena di traslocare, so che la questione delle fette biscottate ti sta impegnando tanto ultimamente. Ti faccio chiamare da tuo figlio una volta a settimana, non ti preoccupare”. Non era firmata, non serviva. Continua a leggere